Chi sono, in breve

Cresciuta in una casa in cui vigeva la regola ‘se sei abbastanza alta da poterlo prendere dalla libreria, allora puoi leggerlo’, ho iniziato a muovermi tra le parole con La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl insieme a La nevrosi si può vincere di Herman Hesse, con Gelsomino nel paese dei bugiardi di Gianni Rodari accompagnato dalle Sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi.

La mia regola era: due libri alla volta, uno con le figure e uno senza. Grazie a questo apprendistato sono uscita dall’infanzia con un’idea abbastanza precisa del mondo dei grandi –un postaccio– e della letteratura -un posto dove si può fare tutto, o quasi-.

Arrivata nel postaccio, ho deciso di ingentilirlo con studi di letteratura, antropologia e mediazione culturale, all’università, per mantenere un legame con le storie e scoprire quanti mondi ci sono in questo mondo.

Cosa faccio, in breve

Le storie mi hanno accompagnata alla Scuola Holden, dove ho proseguito gli studi.
La mediazione culturale mi ha portata a lavorare per sei anni con persone straniere: ragazzi di strada, migranti senza permesso di soggiorno, seconde generazioni. Le loro vite, le difficoltà nel comprendersi e il cercare un linguaggio comune, i silenzi che contenevano quel che si può e non si può raccontare mi hanno insegnato tanto di quel che so sulla comunicazione e sulla narrazione.

Se da dieci anni lavoro con la scrittura e con le storie, lo devo a loro.
E agli studenti, giovani e adulti, che ho incontrato nelle scuole di scrittura, in azienda, nelle biblioteche e nelle scuole.

Oggi:

tengo corsi e laboratori in presenza e in streaming dedicati a chi vuole raccontare storie inventate e autobiografiche;

progetto corsi di scrittura, narrazione e comunicazione professionale;

conduco percorsi di gruppo e individuali per aziende e professionisti desiderosi di migliorare il racconto del proprio lavoro.


C’è chi è fatto della stessa materia dei sogni, chi del 60% d’acqua, chi di polvere di stelle. Io sono fatta di storie.